"Tre
del mattino. Rientro. Apro il portone di casa. Ho fatto gli ultimi duecento
metri come se fossi seguito. Passo spedito. E' ormai abitudine. Perché? Anche
adesso mentre infilo la chiave nella serratura del portone. Corro! Mi fermo. Me
ne accorgo. Faccio punto nave. Sono col
mio cane. Nessuno mi aspetta. Nessuno mi insegue. Solo inutile fretta. E
disattenzione. Rallento tutto. Osservo tutto. Ora mi accorgo anche del vento.
Vedo le mia mano girare lentamente la chiave nella toppa. Il mio piede sulla
passatoia rossa appena lavata che porta ai primi scalini bianchi e lucidi.
Odori. E nel salire adagio i cinque piani quello che mi accompagna è quello di
focaccia. Si indora nel forno del panificio nei fondi del palazzo. Buono.
Caldo. Misto a pane. Quante sorprese negli angoli del tempo. Attimi infiniti.
Croccanti. Profumati. Amici che aspettano solo te. Pazienti. Aspettano. Senza
fretta."
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