Alberto

Alberto
" Bene vixit qui bene latuit "

lunedì 30 dicembre 2013

Non esser giudice



Non esser giudice
Degli avversi giudici
Non farti nero
Per nettarti dall’oscuro
Non mutarti in urlo
Per coprir le alte grida
Riposa in te
Nella tua sola forza
Quanto più è piccola
Più essa è grande
Quando tanta troppa è la sete
Non affogare la tua gola
Un sorso basta per la vita
Due son già storia finita.

giovedì 26 dicembre 2013

Nero canto del vento



Nero canto del vento
Con la gola chiusa
Dal mio stare solo
Accompagno il tuo vagare
Nato più volte al tempo
Mai stato davvero con me
Mi volto e rivolto al tuo urlo
Spaventi se non visto
Picchi alla mia porta
E la paura è quella
Di non riuscire a star ritto
Tra il sono e il non sono
Tra il pianto che fugge
E il sonno che punge
Gridi qui fuori sul mare
Che torbido e nervoso
Sommerge il mio stare

mercoledì 18 dicembre 2013

Ascoltami



Ascoltami
Quando tacendo ti dico
Ti voglio bene
Sentimi
Quando ti stringo
Per non farti cadere
Fidati
Se non ti inganno
Con la parola amore
Credimi
Che più dell’odio
A volte fa danno

martedì 17 dicembre 2013

Né suono



Né suono né lingua straniera
Se mai ascoltati
Saprai suonare o parlare
Non sei tu stonato
Udire ti è stato negato
Così è per l’amore
Se non viene tradotto
Se non ti è regalato
Poi ti senti inadatto
E il ruolo ti è stretto
D’analfabeta d’affetto

domenica 15 dicembre 2013

Seme d'anguria

Svanisci. Dietro una quinta armata di tela grezza pronta per essere dipinta che, bagnata dalla luce di una quarza, per un attimo si trasforma in un sipario opalescente dietro cui si disegna il profilo della tua esitazione. Ti fermi ancora una volta. Non sai che ti vedo. Io so che non torni qui. Infatti, la tua ombra, dopo un profondo sospiro e aver chinato testa e cappellino e ingobbito le grandi spalle, come fai sempre quando sai di non saper scegliere, esce di scena. Papà! Mio amico mancato. Grande artista dei silenzi e dei sogni tenuti in una cartellina che nessuno guarda mai. Potessi raccontarti e farti capire quanto invece amo il tuo fallimento. Vorrei che tornassi a costruire insieme a me quella funivia, ricordi? La maestra di disegno ci disse di disegnare o costruire qualcosa per la festa di Natale della scuola. Prima media. Ci passammo tutto un giorno e una notte con mamma che si preoccupava perché diventava sempre più tardi ma che poi si unì al cantiere e trovò anche le giuste soluzioni per far scorrere le cabine col filo da cucire. Tu costruisti la montagnola con la stazione d'arrivo, i piloni e a valle una verde pianura col parcheggio delle macchinine.C'erano una Wolksvagen familiare verde bottiglia, una Mini Morris rossa, una spider color argento e un camioncino giallo. Le migliori del mio parco macchinine. I fili tiravano su e giù le piccole cabine dentro alle quali avevamo messo dei soldatini. Polistirolo e compensato e carta da pacchi e vinavil e cartoncino. A me desti il compito grande di colorare tutto: il verde dei prati, il grigio parcheggio con le strisce bianche, l'azzurro del fiume che passava lì sotto, gli abeti intagliati e incollati sulla collinetta. Fu un figurone a scuola. Orgoglioso di te, amico mio. Poi qualcosa si è rotto. La vita non ti è stata amica. E a poco a poco e sceso il silenzio.

sabato 14 dicembre 2013

Ora



Ora
Né prima né dopo
E subito dopo
Prima di un altro dopo
E’ ancora
Ora

giovedì 12 dicembre 2013

Ora lascio



Ora lascio
Di nulla mi curo
Se non del mio amore
Per le piccole cose
Per le povere cose
Che so e riesco a fare
Non mi scuso
Se son silenziose
Proteggerle voglio
Da troppe parole
Da questo e da quello
Dal forte e dal certo
Muto e seduto
Sul mio scarno tesoro
Da lontano e da solo
Odo flebile il coro
Il vociare cocciuto
E lo sguardo si perde
Là dove scolora
L’affanno affollato
Del vostro deserto