Genova ti amo di un amore
Che ancora non conosco
Cammino le tue vecchie
rughe
Che scivolano al mare
ruvide
Secche di sole salino
fresco
Letti di antichi avari rivi
Di lacrime e gloria
I caruggi che baciano di
pioggia
Genova ti amo di odore
Scaglie fritte di sapore
Ci parliamo poco
A volte con rancore
Poi un buffetto di scirocco
Un'onda che ti coglie di
sorpresa
E nel silenzio ci tocchiamo
Questo bimbo severo cuore.
*
*
Enigma di calcolo e
vergogna
Lo stop del sangue al
circolo del molo
Tu continua con bughe e con
donzelle
Io giaccio col muschio
nelle orecchie
Col peso deforme di uno
sguardo
Schiacciato dai tuoi baci
Annego ora in questo hotel
Al terzo piano
Senza sapere.
*
Controcorrente
Ubriaco di fatica
Il nervo tendo
A scoccar salti
Non importa il dove
Il quando e il come
Questa febbre coglie
Ritornare
Questo importa
All'orme abbandonate
Al profumo del glicine
Che invade l'anima
Alla castagna che non si mangia
E chissà perché
E' sempre la più bella.
Il nervo tendo
A scoccar salti
Non importa il dove
Il quando e il come
Questa febbre coglie
Ritornare
Questo importa
All'orme abbandonate
Al profumo del glicine
Che invade l'anima
Alla castagna che non si mangia
E chissà perché
E' sempre la più bella.
*
Recuperante ostinato
Mi aggiro tra trincee
sanguinanti
Dove l'urlo è ormai eco
Raccatto metallo torto
Me ne farò lampada
Gamelle sporche di panico
Baionette ricamate di carne
Rappreso odore di sparo
Servirà anche questo
Nella spelonca scarna
Dove stanco mi umilio
A rincorrere il sonno
Sulla dura panca
Di legno di croce
Spolette inesplose
Mi sveglieranno domattina
Per tornare a scavare
Come talpa innamorata
Di vecchie foto sgualcite
Che grondano sospiri
E vite sorridenti
Dagli orli consumati
Dalle troppe dita
Che ormai non possono
Più sparare.
*
I genovesi
Sanno di sangue spesso
Hanno un ritmo nel cuore
Di sincope d'amore
Lenzuola di corda
A dirupo sul mare
Baciate dal sole
Stese al ferro
Che ruggina amaro
I genovesi di sale
Di mano ruvida
E anima oceano
E nella stiva
Sempre
Un'altra vita viva.
*
*
Fiati a sezione
Di bronchi traslati
Brillanti bordi
Di secchi cerchi
Pozzanghere
Di piatti patinati
Mani battute
Basso e potente
Il muscolo pompa
Sempre presente
Il rincorrersi di
Corde di strada
Strillanti rissose
Tra tasti e contrasti
Tra bianco e tra nero
E suda di ballo
Di voce essiccata
Di ruvido miele
L'aria viziata.
Di bronchi traslati
Brillanti bordi
Di secchi cerchi
Pozzanghere
Di piatti patinati
Mani battute
Basso e potente
Il muscolo pompa
Sempre presente
Il rincorrersi di
Corde di strada
Strillanti rissose
Tra tasti e contrasti
Tra bianco e tra nero
E suda di ballo
Di voce essiccata
Di ruvido miele
L'aria viziata.
*
Lampeggia la spia del tempo
sovrano
Di tutte le cose sfuggite di mano
Si strappa e si cuce una croce al minuto
Stesi nell'ombra di un vicolo muto
Re di cartone sei tempo buffone
Le lacrime sciolgono ogni illusione
E l'animo lieve di sé si sorprende
Così sorprende un bel dì di settembre
Di tutte le cose sfuggite di mano
Si strappa e si cuce una croce al minuto
Stesi nell'ombra di un vicolo muto
Re di cartone sei tempo buffone
Le lacrime sciolgono ogni illusione
E l'animo lieve di sé si sorprende
Così sorprende un bel dì di settembre
*
La pèsca
Sì
Mangiata così
Nuda e cruda
Ferita di spicchi
Di quarti di luna
Mangiata così
Con tutto il vestito
Di velluto aderente
E in mano alla fine
Un bottone soltanto
Ti resta.
*
Ho obbedito
Benedetto spirito
In mutande e sigaretta
Sordo ancora da un orecchio
Con lo stomaco bucato
Ho sentito e ho detto sì
Credo sia la prima volta
Che abbiam parlato
Che ci siam guardati
Ho obbedito
In mutande e sigaretta
Sordo ancora da un orecchio
Con lo stomaco bucato
Ho sentito e ho detto sì
Credo sia la prima volta
Che abbiam parlato
Che ci siam guardati
Ho obbedito
Benedetta forza
Debole di fegato io
Tu con affanno di anni
Dopo lunga corsa
Bella coppia d'assi noi
Di picche e di fiori
Sul piatto c'è il mondo
E cambio tre carte.
Debole di fegato io
Tu con affanno di anni
Dopo lunga corsa
Bella coppia d'assi noi
Di picche e di fiori
Sul piatto c'è il mondo
E cambio tre carte.
*
Si allontana?
O si deposita solo?
Il ricordo!
Si scioglie nel palmo di una mano
Che passa tra i capelli
Scomposti dai troppi errori
E scende a coprire questi occhi
Che non vedano l'ombra
Che guarda da dietro la sera
Timido spirito
Umido del pianto
Della verità che non c'è
Bruciato da risate senza eco
Che mostrano bei denti
Delicato stelo
Di sacro cuore
Cantami da lì
Il tuo folle dolore
Puoi
A me
Che folle lo sono
Senza
Onore.
O si deposita solo?
Il ricordo!
Si scioglie nel palmo di una mano
Che passa tra i capelli
Scomposti dai troppi errori
E scende a coprire questi occhi
Che non vedano l'ombra
Che guarda da dietro la sera
Timido spirito
Umido del pianto
Della verità che non c'è
Bruciato da risate senza eco
Che mostrano bei denti
Delicato stelo
Di sacro cuore
Cantami da lì
Il tuo folle dolore
Puoi
A me
Che folle lo sono
Senza
Onore.
*
La linea di fuoco
Dei giorni traditi
Puntati i fucili
Attende un segnale
Il silenzio è spettrale
Sparate sparate
E ancora ferite
Venite a me tutti
Salva che sia
L’incerta vita mia
E l’ultimo colpo
Quel che neanche più senti
Che sia di libeccio
E di sale negli occhi
Che fissano sciocchi.
*
Appena si apre il sipario
Su questa bella sera blu
Le maracas dei grilli
indolenti
Accompagnano pigre la
siesta.
Lo stare.
Sul balcone.
Davanti al mare
cartazucchero
Che germoglia tra le chiome
Pettinate di liquida brezza
Dell’elegante pino
In primo piano
Che sta
Col suo bel completo
Verde bottiglia.
*
Contenditi il mio cielo
Come tutto è mio
Nel fondo di questo bicchiere
Riflettiti nell'acqua del mio mare
Dove non si può respirare
Mentre pago il conto.
Come tutto è mio
Nel fondo di questo bicchiere
Riflettiti nell'acqua del mio mare
Dove non si può respirare
Mentre pago il conto.
*
C’è un confine
Che separa
Il profondo dal profondo
Dove il cielo beve il mare
Dove il mare si fa cielo
Sulla tolda dei miei dubbi
Sguainato il trampolino
Vado al salto da qui in
alto
Da quest’asse giù nel vuoto
Profondo
Poi mi immergo
E ancora cado
Vado giù di bolle e peso
Come un’ancora ribelle
Che si sceglie il suo
Profondo
C’è un confine
Che collega
Il profondo col profondo
Non sta a noi sapere quale
Basta un tuffo a soldatino.
*
Sul filo del foglio
Semino i miei passi
A valle riposa
Futuro pensiero
*
Coltivo orgasmi
Nel mio orto
Di stress
Ne nutro fantasmi
In lenzuola
Di strass
*
E' ora di tornare
Alla sacra vaghezza
Spezzare la crosta
Del tempo marcito
Dai troppi distinguo
Del vile rifugio
D'estraneo sguardo
E' ora di sterrare
Le false radici
Annegate nel dubbio
Del servile rancore
Di tante oscure ore
Di vita andata a male
Di abdicato pianto
E' ora di tornare
Nel giusto respiro
Con muto stupore
Ardita rincorsa
Dell'unico me
Metallo comune
Di ossa e perché.
*
Io voglio
Sei sgarbato
Io vorrei
Non hai le palle
Volessi
Sei un fallito
Avessi voluto
Sei un pensionato
Vorrò
Senza pensione.
*
Bisogna viverla dentro
La propria vita fragile
Lasciare che arrivi nel
dormiveglia
Che dietro il sipario degli
occhi
Ci porti di nuovo a sentire
Che il vivo cuore pompa
riposo
E i nuovi rumori tornano
antichi
All'età del loro
Spalancare i cieli e i mari
Che son sempre quelli e
questi
E mai gli stessi
Proporzioni ardite
Bisogna viverla fuori
La propria vita chiamata
vita
Dividerla con vite
Convinte d'esser vive
Con doglianze sincere
Con gemello svago
Ospiti tutti
Dell'azzurro brefotrofio
Fratelli e Padri e Madri
Mi siete e vi guardo e
imparo
Vivrò con voi insieme
Nel segno del mio
amoroso distacco.
*
Oh cielo cielo
Come ti sei preparato
questa notte
Cotonato di blu oltremare
Di boccoli penzoli
A lambire i miei dubbi
Querulo il mare geloso di
te
Fa finta di nulla
E fra sé e sé
Ride sotto i sassi.
*
Gesto come pane
Croccante di giunture
Profumato di senso
Gesto da mangiare
Eterno ritratto
Del non so dire
Alfabeto di carne
Caldo di mani
Gesto che mi parli
Col tuo discreto tacere
Amoroso sei
E la forma tua
Onda o spigolo
Spio goloso
Geloso dell'aria
Che ti avvolge
Col suo mantello
Di leuco indaco
Ancora di te
Resta fame.
*
*
Che bello sapere tutto di
te
La tua suoneria è più
alta di me
Garrula strilli nel tuo
cellulare
Incurante del mio
silenzioso tacere
Ancor più bello perché su
'sto bus
E' tutto un tonare di voci
sonanti
C'è una che grida più
forte lì avanti
Questa di fianco ce l'ha
con l'amato
Quello di dietro vuol
cambiare avvocato
Chi ha le emorroidi e
vuol farlo sapere
Chi mette zizzania tra
amiche del cuore
Tutti parlan da soli
gesticolando
Urlando nell'aria quel
che stanno dicendo
Sazio di tanto umano
colore
Credo che
Senza far troppo rumore
Alla prossima scendo.
*
Ho smesso amore
Se mai l'ho indossato
Con quello prestato
Ho vestito il mio cuore
Niente di meglio
Di un abito usato
Mi trovo amio agio
Son più disinvolto
E in qualche tasca
C'è sempre un passato
Un lembo di vita
Di chi non conosco
Che divide con me
Questa stoffa sdrucita.
*
*
*
Ti è mai capitato
Passandogli accanto
Sentir gemere un tronco
Spostato dal vento
Ed essere certo
Lusingato
D'essere stato chiamato?
No?
Fa niente è lo stesso
A me è successo
Non posso dire di avere capito
Perfettamente
Il dettato ma
Agli archi dei rami
Ai crescendo di foglie
Al pedale rauco
Di nave di bosco
Presto orecchi
Occhi
Mi sono fermato
Tanta è la cura
Con cui seguo il discorso
Sincero l'impegno
A cercar di tradurre
Quel basso rugoso
Dialetto di legno
Poi lentamente
Riprendo il cammino
Non voglio sembrare
Invadente
Fatti due passi
Mi venisse un colpo
Sento alle spalle
Un ultimo schiocco
"Troppo fermato Troppo ascoltato
Troppo guardato troppo pensato
Dimenticato albero bosco e creato"
D'accordo hai ragione
L'ho meritato
Desublimato.
*
Un topo? Un rospo?
Un nemico sicuro!
Ma capisco all'istante
Ancorché da distante
Che tra i tanti
Là in giro
Col terror sulla faccia
Accesa di caccia
A esser davvero
Sull'orlo del nero
In quel chiaro mattino
Davanti alla scuola
Piantonato in giardino
E' solo
Quel piccolo ghiro
Nel cerchio che brucia
D'intorno fumante di voci
Corona di bimbi
Tempestata di strilli
Piantato è nel mezzo
Bel bello
Il bidello
Trattengo il respiro
Lui ha una paletta
Sarò pure un cretino
Ma il cuore ha una stretta
Dio fa che la smetta
Di prendere a calci
Con mira perfetta
Quel piccolo ghiro
Il rito si compie antico
Il gran sacerdote
Di grigio vestito
Con passo solenne
Dagli unanimi sensi seguito
Or muti e dolenti
(arcaica magia
oscura alle menti)
Con ultimo gesto
Io sempre più mesto
Con rara dovizia
Abile è il tiro
E un'ombra di siepe inghiotte
Sacra immondizia
Quel piccolo ghiro
Mi affretto mi affanno
Un sentire mi guida
Mi dice che è folle
Pensar che oramai
Non vi sia più rimedio
Che darlo per morto
Sia questo il suo danno
D'incanto spodesto
Il bidello del ruolo
E nuovo officiante
La calca pietosa
Mi segue e incorona
Avanzo incurante
Solo a una cosa io miro
Quel piccolo ghiro
E' vivo respira
E' vivo non morto
Anche se tutto storto
Appena mi annusa
Vorrebbe fuggire
Agile e ratto
Natura l'ha fatto
Ma va solo in tondo
Allungo una mano
Son certo capisce
Ch'io son buon cristiano
Nel dito profondo m'infila il suo
Dente un urlo un sospiro
Ti voglio già bene
mio piccolo ghiro
Non voglio tediarvi
Perciò vado al sodo
Quel grumo di pelo
Lo prendo lo curo
Lo allevo lo addrizzo
Lo yogurt la vitamina
Una grande gabbiona
Una bella casina
Tanto fieno pulito
Lui alla finestrina
Poi appena mi giro
Affamato si getta su
Noci pinoli mandorle uvetta
E la mela ti spetta
Mio piccolo ghiro
Le bestie di casa
Ti accolgono liete
Pensiero del gatto:
Che strano 'sto ratto!
Il cane ti annusa distratto
E passano i giorni
Che insieme fan mesi
E son fatti di ore
Noi al ritmo del cuore
Viviam di sorrisi
Stupiti e silenti
Non con le bocche
Ridon le menti
Che dici deliro?
Mio piccolo ghiro?
Un mattino sei morto
Tra due acini d'uva
Disteso su un fianco
Della tua breve vita
Così t'ho trovato al ritorno
Il tuo nome in eterno ho chiamato
E il dolore schiaffeggia
Un pensiero in agguato
Un dubbio sfacciato
Se soffro così
Me amandoti ho amato?
A salvarmi da me sei bastato?
Non cerco risposta
La vita è un raggiro
Mio piccolo ghiro.
*
Grazie arrivederci
Fidanzate
Amore
Amo'
Tesoro
Questa dice
Tutti i giorni
Io lo chiamo
E lo amo lo amo lo amo
Ogni ora ci sentiamo
Ma allora signorina
Com'è che si fa mattina
Dopo canti balli e grappe
Te ne vai col cantautore
Stretti mano nella mano?
Vabbe' sarà per cortesia
Non si dica che ha la puzza
Sotto il naso
Anzitutto educazione
Sì d'accordo però
Attenzione
Mai darla via
Solo
per una canzone.
*
*
E se fosse tutto inutile
Questo attender che
sboccino fiori
Se tutto lo sforzo
Ad abbattere e fare
Sia poi soltanto smettere
Di respirare
L'ombra lasciamo per poco
Nel ricordo
Di chi ci ha accarezzato
Strizzo gli occhi
Più forte che posso
E vedo il verde il giallo
Il rosso
Il mondo scompare
E si accende un'insegna
Di neon e di pioggia
Mi invita ad entrare
Giù all'ultimo piano
Nel fascino arancio
Di un sorso d'amore.
*
Risacca tra i sassi
Color spuma diamante
Gli occhi non alzo
Al tuo lontano orizzonte
Se vado laggiù
Si allontana di più.
*
Sincero con chi?
Sincero perché?
Sincero con me?
Sincero con te?
Sincero cos'è?
Sincero sarò!
Morirò.
*
*
*
*
*
*
*
Alza le piume
*
*
*
*
*
*
Umano a ore a giorni
Perdono il mio e l'altro male
Ricordale fanne esercizio
Ripetile quando sei pazzo
Costringi quel poco che sei
A sfruttare la lurida larva
Che s'annida tra un sonno ed un sonno
E donagli cittadinanza
Donagli onore e rispetto
Ché pur col veleno si cura
Per l'un tempo e per l'altro c'è spazio
La rotta la trovi da te
Cedendo maldestro comando
Al capitano più esperto che c'è
Tu.
Risacca tra i sassi
Color spuma diamante
Gli occhi non alzo
Al tuo lontano orizzonte
Se vado laggiù
Si allontana di più.
*
Sincero con chi?
Sincero perché?
Sincero con me?
Sincero con te?
Sincero cos'è?
Sincero sarò!
Morirò.
*
Mi piace sapere che posso
Tentar di capire me
stesso
Cambiare la vita ogni giorno
Sperar nel suo presto
ritorno
Averle concesso il vagare
Concede a me d'aspettare
Ma non come mamma o
moglie
Sull'uscio ubriache di
doglie
A contare le ore del
tempo
Ché il cuore di pene gli
riempo
Come ruvido amico
piuttosto
Che ti dice che è tutto a
posto
Che ti aspetta sognando
fortuna
Come s'aspettano il sole
e la luna
Ti guarda e grugnisce
qualcosa
Che tradotto vuol dire
riposa
E ti lascia da solo a
pensare
A che hai fatto a che
ancor devi fare.
*
Curvo sotto un lo faccio
o un non lo faccio
Aspetto che attardi l’ora
Lo farò lo so
Ma fino a quel momento
Voglio credere ancora
d’esser io
A dire
Per un si o per un no
A credere d’avere ancora
fiato
Per soffiare
E spingere così
Verso il dove io vorrei
Piovesse
L’universo mio.
*
Un cucciolo ho pescato
Di bianco delfino
Era acceso di gloria
Era giovane e vecchio
Sospeso alla lenza
A mezzo dell'aria
Mi fissa e sorride
Quel sole lucente
Non so che ne ho fatto
In acqua son sceso
In quel mare disteso
Color della quiete
Di verde d'azzurro
d'argento
Più giù mi son spinto
Col mio poco fiato
Il fondo sabbioso
Col petto ho sfiorato
E come sapessi
E avessi scordato
Ho respirato
Non so come è andata
Ho ancora nuotato
Lontano lontano
Il mio scomparire
Tra le dune e le alghe
Scivolar via
Non ero felice
Ero beato.
*
Ancora saluti e grazie a
voi ancora
Di nulla davvero gentile signora
Son stata distratta e mi
scuso davvero
Perdinci
mi pare giudizio severo
No dico sul serio son
sciocca e ottusa
Non
fatevi cruccio è moda diffusa
L'error non m'insegna a
drizzar la mia barra
Senza
le corde non suona chitarra
Vedete anche voi or mi
date ragione
Sol
buon'umor n'è principio e cagione
Ben fate ridete non
merito altro
Fu
stupido il motto passò come astro
A dir cose per caso
avezzo non siete
Chitarra
non siete ma corde voi avete
Chitarra non sono questo
è palese
E qui
siam d'accordo e senza contese
E certo di corde non
tengo provviste
Ne
avete già troppe a rendervi triste
A quali alludete gentile
signore
A
quelle che legano il vostro candore
Candore l'ho perso ormai
tempo fa
L'orchestra
riprende
Un ultimo ballo?
Giuro
stavolta
Non le monto sul callo
...
In disparte ascoltavo con
grande pudore
‘Ste quattro moine tra
anima e cuore.
*
Diapason
dell'anima
La
Tua
eco
Sorregge
il mio discanto
Ti
vorrei bere
Ma
Stolto
che sono
Ti
berrò.
*
Enigma di calcolo e
vergogna
Lo stop del sangue al
circolo del molo
Tu continua con bughe e
con donzelle
Io giaccio col muschio
nelle orecchie
Col peso deforme di uno
sguardo
Schiacciato dai tuoi baci
Annego ora in questo
hotel
Al terzo piano
Senza sapere.
*
Alza le piume
Sul vento che cola
Detesto il pretesto
Ma resto.
Detesto il pretesto
Ma resto.
*
Immersione in vertigine
verticale
Nervi stolidamente
impervi
Attutiscono lo schianto
L'odore del sangue
Nel naso stordito
Da ferroso sapore
Come quando la testa colpisce
Pesante pallone
Pendente e cascante
E non v’è riparo
Al crollo
Del cuoio su cuoio
Del vivo sul muoio.
*
Questo
fischio negli orecchi
Arrotato
dal treno che pazzo
Schianta
il ghigno birbante
Di
bimbo che freme di vita
Nell’orrido
nero di galleria
Che
sorda muta e nutrita
Aspetta
soltanto un saluto
Un
rosso occhiolino
Di
un fesso fanale
Appeso
in fondo
Ad
un arrivederci
Questo
fischio negli orecchi.
*
Dammi
la coscienza del mio limite
Quella
vera di vera penitenza
Dire
fare baciare lettera
Testamento
Immaginavo
Del
resto non fa piega
Lascio
quel che non ho
A
chi più amo
Quel
che ho lo prenda
Qualche
altro marrano
Breve
la lista come vedi
A
distinguer l'un dall'altro
Un
batter d'occhio
Impieghi.
*
Nuovo carbone
Di cuoio bruciato
Croccante brace
Di velo spellato
Di ribollenti fiumi
Ora ogni cosa
E’ gesso nero
Colato il volto
A tappare ogni foro
Di fil di ferro
L’ultimo gesto
Un cenno rapito
Di fuga
Di arresto.
*
Ombrello
e sigaretta
Ventosa
stanza
Questo
pomeriggio
Calcato
sulla testa
Poi
quattro passi
Io
e te
Due
a due bagnati
Infine
seccati
Ci
riportano a casa
Adesso
ti asciugo
Amore
paziente
Armida
mia dolce
Già
vedi il panno
E
aspetti contenta
Ché
Per
abbracciarti ancora
E'
questa
Mia
solita scusa
*
Fluttuo
nel non m'importa
Di
quando questa carne sarà morta
Saremo
alfin tutti nottambuli
Tutti
angeli sonnambuli.
*
Umano a ore a giorni
Perdono il mio e l'altro male
Ricordale fanne esercizio
Ripetile quando sei pazzo
Costringi quel poco che sei
A sfruttare la lurida larva
Che s'annida tra un sonno ed un sonno
E donagli cittadinanza
Donagli onore e rispetto
Ché pur col veleno si cura
Per l'un tempo e per l'altro c'è spazio
La rotta la trovi da te
Cedendo maldestro comando
Al capitano più esperto che c'è
Tu.
*
Noi crediam che larga sia la gola
Che l'occhio rotoli nell'agio del suo spazio
Che il cuore che batte dentro il petto
Abbia intorno il giusto vuoto
Per il suo pompar diletto
Siam certi tra vena e vena non v'è contatto
I muscoli han modo di girarsi e rivoltarsi
Nulla preme contro l'ossa autoritarie
Bianche e forti a fondamenta
Di noi bestie straordinarie
Tutto è chiaro tutto è a posto
Il fegato ha un loculo suo proprio
La milza con zona sua privata
Nel settore poi vicino
Ci si svacca l'intestino
Poveri grulli che in fondo noi siamo
Ci sentiam vuoti e siam come ripieni
Non prendiamci per il fondello
Se ci aprono a mezzo
Siam tutto un unico budello.
Baci&Abbracci
RispondiEliminagrazie, Celestina
RispondiEliminaserena notte!
leggendo....un pensiero....belin quante cose hai da dire.....bello!
RispondiEliminaGrazie, caro amico! buona vita!
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