Alberto

Alberto
" Bene vixit qui bene latuit "

mercoledì 31 luglio 2013

E' ora di tornare

E' ora di tornare
Alla sacra vaghezza
Spezzare la crosta
Del tempo marcito
Dai troppi distinguo
Del vile rifugio
D'estraneo sguardo
E' ora di sterrare
Le false radici
Annegate nel dubbio
Del servile rancore
Di tante oscure ore
Di vita andata a male
Di abdicato pianto
E' ora di tornare
Nel giusto respiro
Con muto stupore
Ardita rincorsa
Dell'unico me
Metallo comune
Di ossa e perché.

Seme d'anguria


Per me spesso le facce della gente si trasformano in odori. Oggi per esempio una ragazza aveva un profilo che mi ha ricordato l’odore della coccoina. La colla. Sono percezioni improvvise. La linea di un naso. La forma delle labbra. La struttura del cranio. L’immagine mi trasmette istantaneamente un profumo. Ho annusato un po' di tutto. Un tipo era proprio aroma di nafta. Ho annusato la chiglia di una barca al sole grazie al volto di un farmacista. Un misto di alghe e catrame. Ci sono in giro persone detersivo facce da primo piatto espressioni naftalina. Il viso che colpì con più violenza le mie narici questo pomeriggio fu quello di un tipo sulla quarantina. Fermo alla fermata del bus come me. Aveva una faccia che sapeva di bistecca al sangue.

Coltivo orgasmi

Coltivo orgasmi
Nel mio orto
 Di stress
Ne nutro fantasmi
In lenzuola
Di strass

Seme d'anguria

Respira respira respira. Respira. Non sono certo venuti per ammazzarti. Respira respira. Tre chiamate. Prima. Improvvise. Cadute come mannaie su questo pomeriggio idiota. Fredde come lame che entrano nella carne. La quarta è servita per fissare l'appuntamento. La sentenza si conoscerà a minuti. La corte si sta raccogliendo per giudicare. Aspettano solo me. Cazzo. Respira. Scendi e respira. Tranquillo. Non hai fatto nulla. Tranquillo. Respira. O vieni tu o ti troviamo noi. Vengo io. Sto scendendo. Ancora. Squilla. Sì. Sono qui. Sto scendendo. Sì sono tranquillo. Calmo calmo calmo. Respira. Sono! Calmo! Non ho fatto nulla. Un cazzo di niente. Niente. Respira. Respira. Respira. Non ti ammazzeranno. Forse. Aspetta un attimo. Aspetta. Aspetta. Respira. Ora esci. Esci. Vai

Sul filo del foglio

Sul filo del foglio
Semino i miei passi
A valle riposa
Futuro pensiero

Seme d'anguria



Che uomo piccolo e stupido sono. Ripeto sempre gli stessi errori. La pasta è pasta e una volta amalgamata è impossibile separarne gli ingredienti. Cos'è che cambia allora quando si cambia? La masticazione? La digestione? L'assorbimento? L'evacuazione? Sapere di essere un piccolo e stupido uomo e tutto sommato esserne contento? Il salto mortale dell'abbandono? Ci vuole coraggio. Mai tornare indietro. Dritti verso la sentenza. Cocciuti e determinati alla bella morte. Un'ultima boccata alla sigaretta prima di soffocarla nel posacenere come farei volentieri con i miei stupidi pensieri. E spengo la luce.

martedì 30 luglio 2013

C'è un confine



C’è un confine
Che separa
Il profondo dal profondo
Dove il cielo beve il mare
Dove il mare si fa cielo

Sulla tolda dei miei dubbi
Sguainato il trampolino
Vado al salto da qui in alto
Da quest’asse giù nel vuoto
Profondo

Poi mi immergo
E ancora cado
Vado giù di bolle e peso
Come un’ancora ribelle
Che si sceglie il suo
Profondo

C'è un confine
Che collega
Il profondo col profondo
Non sta a noi sapere quale
Basta un tuffo a soldatino.