Alberto

Alberto
" Bene vixit qui bene latuit "

giovedì 25 luglio 2013

Seme d'anguria




"Prendete un metronomo. Mettetelo in azione ad una qualsiasi velocità. Ora battete gli indici sul tavolo e cercate di tenere il tempo. Quando sarete precisi e costanti il vostro ritmo si sovrapporrà a quello del metronomo. Se sarete perfetti non lo sentirete più. Il metronomo. Non sentii nulla quando premetti il grilletto. Il rinculo della pistola fu come un pugno in retromarcia. La canna era a un paio di centimetri dalla sua nuca. Solo odore. Di bruciato. E di pollo andato a male. E sangue. Tanto sangue. Un brandello di materia spugnosa come gelatina livida si fermò sulla punta della mia scarpa destra. Nera. Lucida. Il resto del cervello era sparso un po' ovunque. Una parte pendeva dalla metà di cranio rimasta intera. Dal tronco di un ulivo lì vicino ne colava un'altra manciata come resina. Il resto era a mollo nella grande pozza di sangue nero tutto intorno. Sembrava il vomito di un ubriaco. Vino e spaghetti. Dal centro della pozza un occhio perfettamente rotondo mi fissava ostinato. Lo schiacciai con la suola. Mi pulii la scarpa sui pantaloni di quel bastardo. E sull'erba. Risalii in macchina e diedi un passaggio alla notte. Né io né lei sapevamo dove saremmo andati. Ma nessuno seppe più nulla di noi. Mai più".

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