Mangio la mia carne
Bevo il mio sangue
Con stola d’ermellino
Indossata alla
rovescia
Vuota ingiuria
accoltella
Questa giornata
bagascia
Bagnata e zozza
La lama stupra la mia
porta
Mia la mano mio il
fendente
Affonda nel marcio
riposo
Trapassa come foglia
di veleno
Il paletto e il
catenaccio
E nel raggrumato
anfratto
Del mio pulsar
distratto
Giaccio
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